Resistere nella speranza. Reading per la pace
La guerra a cui stiamo assistendo ci ha lasciati attoniti: nel nostro piccolo abbiamo voluto diffondere parole di pace e dire il nostro no alla guerra. Mercoledì 6 aprile la casa editrice Vita e Pensiero ha organizzato, in collaborazione con EDUCatt e Casa Fogliani, un reading con “I giusti continuano a leggere”, dedicato alla pace e intitolato Resistere nella speranza. Con noi erano presenti anche due studentesse ucraine dell’Università Cattolica, che, oltre a leggere brani dedicati alla pace, hanno portato la loro testimonianza su quello che sta accadendo, e i docenti Giuseppe Lupo, Giorgio Del Zanna, Roberto Cicala, Oliviero Ponte di Pino e Valeria Cantoni Mamiani, che hanno commentato alcuni dei brani letti dai Giusti.
Dopo aver letto la poesia di Borges I giusti, da cui è ispirato il titolo del gruppo di lettori, Brunella Curzio ha letto Odessa, un brano tratto da Europa ritrovata, in cui Carlo Ossola racconta il suo viaggio – reale e letterario – alla ricerca di quelle tracce che fanno dell’Europa un patrimonio di civiltà condiviso. Annalisa Gurrieri ha letto Voce di vedetta morta, una poesia proposta da Roberto Cicala, docente di Editoria libraria e multimediale, in cui «un cadavere urla contro tutti gli uomini che hanno voluto la guerra, non lo dice per odio, ma per pietà. Vuole redimere ciò che è perso: la guerra, la violenza fa perdere, ma è necessario redimere ciò che è perso». Subito dopo Annalisa Barbero con un brano di Celestina Milani, Note sulla terminologia della pace nel mondo antico, tratto da La pace nel mondo antico a cura di Marta Sordi, e Anastasiia, una ragazza ucraina del nostro Ateneo, che ha letto Lettera da un lettore di Adam Zagajewski, poeta, scrittore e saggista polacco, nato a Leopoli nel 1945.
Clarissa Maile ha letto un brano tratto da Pace e interculturalità di Raimon Panikkar, Atteggiamenti interculturali, proposto da Valeria Cantoni Mamiani, docente di Arte e Impresa, scelto perché, come dice l’autore, «la pace dell’umanità dipende dalla pace delle culture: noi spesso mettiamo in evidenza ciò che ci differenzia, ci distanzia, abbiamo bisogno di lavorare sulle somiglianze». Subito dopo Oksana, un’altra studentessa ucraina della nostra università, ci ha proposto Ode alla pace di Pablo Neruda e la sua testimonianza su quello che sta accadendo in Ucraina. Luca Farina ha letto La pace e il problema della «guerra giusta», un brano tratto da Le ragioni della libertà. Le ragioni della solidarietà di Adriano Bausola, filosofo e rettore dell’Università Cattolica dal 1983 al 1998, mentre Sara Barboglio un brano scelto da Giorgio Del Zanna, docente di Storia contemporanea, Non vivere su questa terra di Nazim Hikmet – poeta, drammaturgo e scrittore turco naturalizzato polacco –, una poesia in cui «si sente molto il senso di universalità».
Oliviero Ponte Di Pino, curatore di Bookcity e docente di Letteratura e filosofia del teatro a Brera, ha proposto un estratto – letto da Virginia Lanfredi – tratto da I Fratelli Karamazov di Fedor Dostoevskij. Matilde Operato ha letto un brano intitolato Dov’è Dio?, un testo profetico tratto da Il piccolo libro delle grandi domande di José Tolentino Mendonça, Francesca Sellani una poesia di Bertolt Brecht, I bambini giocano alla guerra e Alice Chianale un brano tratto da Il sentiero dei nidi di ragno di Italo Calvino, proposto da Giuseppe Lupo, scrittore e docente di letteratura italiana.
Mario Negrola ha letto Non cedere, tratto da La resistenza intima di Josep Maria Esquirol, da cui viene il titolo del reading “resistere nella speranza”. Come scrive Esquirol, infatti, «qualsiasi resistenza si regge sulla speranza»; e ancora, «la resistenza guarda l’abisso in faccia e, per questo, è capace di ridare valore alle parole e di tendere la mano». Infine, Beatrice Marsili ha chiuso il reading con una poesia di David Maria Turoldo, che è stata messa in epigrafe da Johnny Dotti e Mario Aldegani in Che cosa cercate? Dialoghi e Vangelo, dal titolo evocativo Che i fratelli si parlino.